
Finalmente anche in Ciociaria un primo segno al passo con i tempi. Rosario e Vittorio hanno detto Si davanti all’ufficiale comunale e hanno ringraziato la città per la sua apertura mentale
Scovato dall’ attentissima e sensibile collega Nicoletta Fini per Ciociaria Oggi, anche in provincia di Frosinone si è celebrata la prima Unione Civile tra due persone dello stesso sesso. In un Paese che vuole dirsi civile non dovrebbe essere una notizia ma una cosa normale, però siamo realisti e un evento del genere non deve passare inosservato anche e soprattutto per dimostrare a coloro che ancora sono ostili verso l’istituzione delle unioni civili, che nessuno ne esce danneggiato e che di amore si tratta, punto.
Vittorio Rosario Pulina, quarantacinquenne e Rosario Lo Gioco, ventiseienne, hanno detto il loro sicuro ed emozionato SI! davanti all’ufficiale del Comune di Frosinone, Andrea Manchi, dirigente del settore governance con delega allo stato civile oltre che ai propri testimoni, amici e parenti, tra cui la mamma di Vittorio che ha fatto da testimone allo “sposo” del figlio, Rosario.
La loro scelta su Frosinone è stata abbastanza istintiva, da quanto ci raccontano. “A Frosinone ci abbiamo vissuto x 4 mesi circa x lavoro. E quando siamo andati al Comune a informarci, abbiamo deciso che questo era il posto ideale per il nostro matrimonio”. La loro storia è una storia normale, come tante, ma proprio per questo esemplare. Un caffè in un bar dove uno dei due lavorava, uno sguardo di intesa, una passeggiata sul lungomare romano e una prima gita assieme che ha coronato il loro amore che è cresciuto a Pomezia e si è consolidato a Frosinone, dove hanno deciso di unirsi civilmente. Quel che più ci piace di questa storia è quanto hanno detto dell’ambiente Frusinate: “Abbiamo trovato i funzionari preparati e molto allegri di poterci unire in matrimonio civile; non abbiamo avuto nè problemi nè resistenze, anzi sono stati molto cordiali, così come abbiamo trovato il personale della gioielleria Tresor in via Aldo Moro molto entusiasta di fare le nostre fedi”. I due innamorati, tra l’altro, ci tengono a sottolineare che non hanno cercato loro i giornali, che non cercano clamore, ma che hanno accettato di buon grado le interviste perché non hanno nulla da nascondere e, anche, per dare un esempio ai tanti omosessuali che ancora vivono male la propria condizione. La nostra chiacchierata si è conclusa con questa frase di Vittorio: “La vita è una e vale la pena di essere vissuta appieno, senza timori, possibilmente con la persona che si ama accanto”.
Riteniamo questa storia un bell’esempio di civiltà anche se “donato” alla nostra terra da due forestieri. E non crediamo sia un caso che non fossero della zona: la vita per una coppia omosessuale checchè se ne dica è ancora molto difficile, in particolare in contesti provinciali e, ancor di più, nel centro-sud Italia dove il retaggio culturale ancora vede come una “minaccia” all’ordine costituito queste normali vicende della vita.
Andrea Tagliaferri
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