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Rubriche – Letteratura: “Il Bar delle donne”, la recensione

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Simona Aiuti è l’autrice di questo romanzo, il quinto edito per www.lulu.com e presente anche su www.amazon.it sia informato cartaceo che in e.book.

L’autrice ha voluto esplorare uno spaccato della provincia italiana a volte spregiudicata, e maledettamente autentica.

Fin da piccole, le donne si educano all’amore da sole, per un uomo, un figlio, verso le amiche, e tutto quel collante d’affetti che ci sta attorno è semplicemente il nostro micro cosmo che coltiviamo e difendiamo con una forza che spesso non sappiamo nemmeno d’avere e che talvolta non riusciamo a contenere nell’epoca dei rapporti 2.0 Ci educhiamo a tenere assieme il nostro mondo, e lo facciamo con le armi che abbiamo. Questo nuovo romanzo di Simona Aiuti appena uscito su www.lulu.com e su Amazon è fatto di avventure di donne sexy, un affascinante maresciallo dei Carabinieri, un maschio alpha in un giallo da risolvere in una preziosa villa romana rinvenuta per caso, e un paese in cui ogni estate si disputa un avvincente Palio. Questo e molto altro ne “Il Bar delle donne”, idealmente il seguito di “Tacchi a spillo”.

Donne curvy o meno, giovani, mamme, amanti e amiche per la pelle, organizzando la vita a volte sgangherata, trangugiando caffè o un white lady, senza aver paura di prendere una sbronza, senza pudore, che il pudore non c’è più, perché ci intralcia come una calza smagliata. Ci rialziamo dopo ogni caduta, una sistemata al reggiseno, una al tanga e via, di nuovo in pista, per sesso o per amore.

Per una serie di motivi, questo Bar è il luogo dove molte donne si ritrovano o dove finalmente approdano dopo un fallimento, o dopo essersi soffiate il naso dopo un lungo pianto, o per festeggiare qualcosa, là dove passa un pezzo della loro vita, da dove si vedono i figli giocare, i compagni e i mariti, ex o amanti attuali passare e fermarsi per una birra; da lì si vede la vita del paese scorrere, ed è un pezzo della nostra identità. Tutti in paese si scelgono un locale come punto di riferimento, e loro da ragazzine decisero che non avrebbe potuto che essere quello il loro Bar, e da allora gravitano ancora lì attorno.

Ogni giorno, un sabato dopo l’altro, una stagione dopo l’altra, s’intrecciano le loro vite, e le loro lacrime hanno lavato quei cazzo di tavoli di medio valore vecchi e graffiati, anzi di valore medio basso, perché l’arredamento è sempre lo stesso da almeno vent’anni.

Una sconvolgente scoperta archeologica e un archeologo un po’ orso ma difficile e il suo antagonista, un maresciallo determinato e incredibilmente affascinante.

Sì, possiamo essere anche noi, milf, curvy, casalinghe o in carriera, potremmo essere state anche noi a decidere in quel Bar buona parte dell’organizzazione del matrimonio di Maddalena, molti compleanni, le gite fuori, o solo cercare di trovare una soluzione per ogni problema. Qualche volta ci si riesce, o comunque ci si mette una sempre pezza.

Si aiuta l’amica di turno che non sa a chi lasciare i bambini, e come quadri bloccati, cristallizzati nel tempo, si vedono tante vite che scorrono davanti. Quella di della farmacista nerd Francesca Mastrodomenico e molte altri. Risate e lacrime in questo palcoscenico che è la vita, con qualche marito che ti tradisce, una mamma anziana d’accudire e un’amica che ti fa da gancio per un amante, e meno male che c’è. E poi c’è ancora Celeste, innamorata di Alessio e poi ancora una storia che non ha fine, la storia delle donne.

 

Attì

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