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Pillole di Sarcasmo – Sulle Ordinanze antiprostituzione e affini …

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“Non sono una signora” di Paola Manchi


Se il re è nudo, il sindaco è vestito e in modo decoroso, verrebbe da dire leggendo alcune ordinanze emesse ad agosto da diversi sindaci ciociari accomunati dal fatto di avere nel proprio territorio anche aree della zona ASI. Certo non è facile governare di questi tempi, a qualunque livello territoriale ci si ponga, tra un muro da innalzare per impedire lo spostamento dei migranti e una pulsione da abbassare per impedire la sosta dei passanti. Prendiamo ad esempio il sindaco di Frosinone e quello di Ferentino che hanno dovuto prendere di petto… no, meglio contrastare l’esercizio della prostituzione su strada nel territorio comunale ed, in particolare, nella zona ASI. Stando agli atti, se l’ordinanza del sindaco di Frosinone è datata 07/08/2017 e quella del sindaco di Ferentino 10/08/2017, immaginiamo il povero sindaco di Ferentino costretto ad intervenire con urgenza per contenere lo spostamento degli esercizi lungo l’asse attrezzato appena oltre la linea di demarcazione del confine con Frosinone, come prevedibile avendo a che fare con delle passeggiatrici senza posto fisso. Sarà l’urgenza, sarà il caldo, ma a leggere le ordinanze e i relativi comunicati stampa di lancio, come donna ne esco profondamente delusa, ma anche amareggiata per quel retrogusto che ti lascia un’aspettativa disattesa. Leggi di interventi decisi contro la prostituzione, ti aspetti clienti messi alle strette, fotografati, annunciati, denunciati, smascherati approfittando del fatto che sono poco vestiti… e poi scopri che tutto si riduce a qualche multa applicata sulla base di un regolamento che al confronto il fuorigioco è una verità rivelata e il vigile non può neppure sperare in una video assistenza, decisamente indiscreta per le azioni in questione.

Comunque, una prima considerazione sulle misure adottate… nel senso di provvedimenti, che visto il tema trattato è meglio misurare le parole, nasce proprio dalla natura dell’atto adottato, l’ordinanza, emessa dal sindaco come provvedimento contingibile e urgente… ovvero per contrastare l’esercizio su strada del mestiere più antico del mondo si emettono provvedimenti di carattere straordinario e di durata temporanea? Qualche dubbio sorge, soprattutto pensando a qui clienti abituali che in zona ASI hanno già festeggiato i 50 anni di mercimonio. Qualche altro dubbio sorge anche leggendo il contenuto dei provvedimenti, con particolare attenzione a passaggi come: “…è fatto divieto a chiunque di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione…” (stesso testo nelle due ordinanza prese ad esempio). Le violazioni previste comportano l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie ai danni di chi, alla guida di veicoli, esegue manovre pericolose o di intralcio alla circolazione.

Subito il primo dubbio: se l’ordinanza contrasta l’esercizio su strada della prostituzione, chi è alla guida di un SUV o Panda 4×4 non può essere multato perché fuori strada? Ma soprattutto, chi decide quando un abbigliamento è indecoroso o indecente o un saluto allusivo? Voglio dire, magari io faccio un mutuo per comprare un abito di Dolce e Gabbana e mi multano se assumo atteggiamenti di richiamo mentre lo sfoggio… ammesso che sappia cosa siano gli atteggiamenti di richiamo! Non lo so, più che un’ordinanza contingibile ed urgente sembra un servizio di superquark sui rituali di corteggiamento dei bipedi. Di fatto, leggendo l’ordinanza, dovrei essere multata ogni volta che scendo la notte per depositare i mastelli della differenziata davanti al portone e qualcuno parcheggia contestualmente sul marciapiede per andare al bar di fronte… che faccio adesso, indosso un burqa e vado a buttare un sacco di rifiuti non differenziati al primo cassonetto, possibilmente non in zona ASI, o mi costituisco?  Multiamoli a casa loro, verrebbe da dire, che la prostituzione mica è solo su strada e a mettere divieti e relative sanzioni basati su codici di comportamento si rischia un clima da caccia alle streghe… ecco appunto, come al solito il tenore dell’ordinanza sembra sbilanciato verso la donna che allude, richiama, invita, mentre il vero problema è “nasce prima l’uomo o la gallina” ovvero, la domanda di un servizio/prodotto ne determina l’offerta su un mercato o il fatto di offrire un servizio/prodotto su un mercato genera la relativa domanda? Le ordinanze sembrano propendere per la seconda ipotesi ovvero ci sono in giro donne vestite in modo indecoroso che a forza di salutare in modo allusivo i probi viri passanti li convincono ad acquistare prestazioni sessuali a pagamento. E quei simpatici conducenti che quando sei a spasso rallentano, si accostano e ti rivolgono apprezzamenti spontanei anche se tu non ti giri, tiri dritta e cerchi di individuare il primo punto con divieto di svolta per l’auto in cui rifugiarti, non li vogliamo multare? Non so, l’impostazione delle ordinanze mi sembra quanto meno discutibile, da donna almeno, perché sembra un po’ ricalcare il vecchio adagio del “se l’è cercata” che tanto ha giustificato in quel medioevo dei rapporti sociali che da sempre e si direbbe per sempre caratterizza il nostro paese insieme alla pizza e al mandolino. Sarà un caso, ma nei primi comunicati stampa diffusi per celebrare l’efficacia dell’ordinanza nell’azione di contrasto è stata utilizzata una foto che ritrae una donna bionda platino con short di jeans, top nero e zatteroni dorati ai piedi, immortalata di spalle davanti all’auto della polizia locale con il portellone aperto e il vigile intento a scrivere… nessuna traccia di uomini multati. Ora, siamo sinceri, quante ragazze/donne, nella torrida estate del 2017 sono andate a spasso con short, top e zatterone? Faccio coming out: quando vado al mare passando necessariamente per via Armando Vona dopo essere uscita dalla superstrada, se dovessi dare appuntamento a qualcuno di sesso maschile in una delle tante piazzole per condividere la scampagnata, o smarinata che sia, potrei essere multata e con me le mie figlie, peraltro con l’aggravante della prostituzione minorile. Idem per un trekking estivo a Monte Cacume, anche se forse in quel caso lo scarpone ha una maggiore valenza antistupro rispetto allo zatterone e può valere come prova delle intenzioni meramente salutiste dell’abboccamento.

Se siamo tutti convinti che la prostituzione sia la peggiore forma di umiliazione e annullamento della dignità umana mai introdotta nella società ciò nonostante ancora chiamata civile, allora combattiamola, ma con azioni efficaci e dirette di contrasto perché a girarci intorno con artifici burocratici viene il sospetto che si voglia solo cautelarsi contro l’accusa di restare a guardare senza intervenire… che poi, in questi casi si può dire che chi resta a guardare è un voyeur?

 

 

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