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Rubriche – Ciociari nel mondo: un’insegnante imprenditrice ciociara in Germania

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La storia di Roberta Longo, di origini fumonesi, ormai radicata a Fulda a 100 km da Francoforte

A cura di Stefania Del Monte


Se fino agli anni Cinquanta l’emigrazione ciociara si era diretta soprattutto verso destinazioni oltreoceano, prime fra tutte gli Stati Uniti e l’Argentina, in epoca più recente il quadro è completamente cambiato ed i nostri conterranei scelgono mete decisamente più vicine. A ciò ha contribuito, senza dubbio, la nascita dell’Unione Europea, che ha semplificato gli spostamenti all’interno del vecchio continente ed ha deviato i nostri emigranti verso destinazioni più accessibili, quali l’Inghilterra, la Francia, l’Irlanda e la Germania.

roberta longoRoberta Longo, 52 anni, di origine fumonese ma tedesca d’adozione, ci racconta la sua esperienza:

<<Nonostante nella mia vita volessi fare tutt’altro, da 23 anni vivo a Fulda, in Germania, a cento chilometri da Francoforte, e mi occupo della gelateria di nostra proprietà. Oltre a questo, faccio il lavoro più bello che potesse capitarmi: insegno italiano, presso la scuola VHS, ai tedeschi ed a tutti coloro che desiderano impararlo.

Sono nata a Fumone ma il desiderio di andare lontano è sempre stato presente, così, appena ho iniziato gli studi, mi sono trasferita a Roma, dove sono rimasta fino al 1993. Poi, un po’ per il desiderio di cambiare, un po’ per quello di provare qualcosa di nuovo,  con mio marito e la mia primogenita ci siamo trasferiti in Germania.  Una volta qui abbiamo avuto altri due figli.

All’inizio abbiamo incontrato qualche difficoltà, legata soprattutto alla lingua: non è stato semplice ma le mie conoscenze della lingua inglese mi hanno aiutata. I tedeschi amano l’Italia, il buon cibo, il nostro sole, il mare;  per altri aspetti, però, sono molto diversi dagli italiani, e soprattutto da noi ciociari. Nonostante negli ultimi vent’anni tante cose siano cambiate, rimangono comunque meno espansivi di noi, anche se sempre corretti e precisi.

Quando ci siamo trasferiti, la Germania era diventata da poco una nazione unita. La caduta del muro di Berlino risaliva a tre anni prima ma, da ambo le parti, si sentivano lamentele. I tedeschi della Germania dell’est rimpiangevano un po’ romanticamente la “loro” Germania, mentre quelli dell’ovest si lamentavano dei soldi spesi per ricostruire la parte orientale: strade, edifici ed infrastrutture erano in condizioni di quasi totale abbandono. Il muro è crollato materialmente nel 1989 ma, a livello mentale, per molti esiste ancora: per questo motivo ancora oggi si sentono appellativi quali “Ossie” e “Wessie”, che indicano, in modo poco simpatico, rispettivamente i tedeschi dell’est e quelli dell’ovest.ristorante fulda

Vivere all’estero condiziona anche il modo di pensare, ti trovi a pronunciare frasi del tipo: “in Germania questo o quello funziona meglio”, oppure: “i tedeschi sono più precisi”, ma io non cambierei mai la mia patria con nessun’altra. Quando posso me ne torno al mio “paesello” e, appena ne avrò la possibilità, cercherò di trascorrervi più tempo possibile. Ritornare per sempre? Penso di no. Nonostante tutto, qui mi trovo bene e i miei figli non credo se ne andranno mai>>.

 

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