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Da Alatri a Parigi, Ferruccio Cittadini l’ingegnere “dei volti”

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A cura di Stefania Del Monte


Parigi, città magica e cosmopolita, che evoca immagini romantiche e passeggiate lungo la Senna, o tra i vicoli bagnati dalle dolci note di una fisarmonica, nutre da sempre un profondo legame con la Ciociaria. Lo studioso Michele Santulli ci racconta, ad esempio, di quanto in campo artistico la capitale francese debba alla nostra terra.  Alcune tra le Accademie d’arte nate a cavallo tra il 1870 e la Seconda Guerra Mondiale, furono infatti create da artisti ciociari. Tra queste l’Académie Colarossi, uno dei centri d’arte più innovativi a livello mondiale, fondata da Filippo Colarossi, nativo di Picinisco, vantò tra i suoi allievi anche Amedeo Modigliani. Fu proprio all’Académie Colarossi che, per la prima volta, le donne potettero dipingere da modelli viventi maschili; qui venne anche introdotta la pratica delle classi miste di maschi e femmine e, novità assoluta negli annali dell’insegnamento, venne assunta una donna come docente già a partire dal 1910. Altro luogo da menzionare è l’Académie Vitti, nata per volere del casalvierano Cesare Vitti e frequentata, tra gli altri, da Paul Gauguin. Ma non basta: diversi modelli e modelle ciociare furono impiegati per la realizzazione di dipinti ad opera di maestri quali Matisse, Cezanne, Picasso, Van Gogh o Monet. Molti di questi lavori sono oggi esposti al Museo d’Orsay.

 

Il richiamo di Parigi, per i ciociari, si è conservato indelebile nel tempo e, come spesso succede, nell’epoca contemporanea, il contributo non si limita esclusivamente al campo artistico ma è tracciabile nei settori più disparati. Sempre più conterranei scelgono di vivere nella capitale francese ed anche Ferruccio Cittadini, 40 anni, originario di Alatri, ha fatto di Parigi la propria casa. Questa è la sua storia:

Sono ingegnere, e da più di dieci anni lavoro nel campo della biometria per un grande gruppo industriale francese. Sono esperto in  tecnologie di riconoscimento facciale.  Mi sono occupato in un primo tempo di ricerca algoritmica, mentre ora mi occupo principalmente di formazione. Mi piace avere a che fare con le persone ed aiutarle a capire  la tecnologia a loro disposizione.  

Sono nato e cresciuto ad Alatri. Ho lasciato l’Italia dopo la mia laurea in ingegneria elettronica.  Avevo voglia di studiare ancora, ma di non pesare più sulle spalle dei miei genitori. Avevo anche voglia di arricchire i miei orizzonti culturali. In Francia ho trovato la giusta combinazione di quel che cercavo. Ho studiato fino ad ottenere un dottorato di ricerca, lavorando per un’impresa privata, e quindi mantenendomi da solo, e questo in una delle città più cosmopolite d’Europa: Parigi. Poi ho trovato lì un lavoro, e ancora non sono ripartito. 

 Il ricordo più brutto che ho, dei primi tempi, è senza dubbio la ricerca di un alloggio. Ho temuto per più di qualche settimana di dover riprendere l’aereo e tornarmene a casa sconfitto. Poi la nostalgia di casa è sempre lì, in sottofondo, anche se per fortuna la Francia è vicina all’Italia, geograficamente e culturalmente. 

 Alatri, è la mia casa, la mia famiglia, i miei amici. Anche dopo 15 anni di vita parigina, quando prendo un aereo per tornare ad Alatri, lo prendo per ‘tornare a casa’. Ci torno spesso, sì, ma non è mai abbastanza. Tranne impedimenti lavorativi, torno sempre per le feste, per le vacanze, per votare. Ogni scusa è buona per respirare l’aria di casa. Non mi dispiacerebbe affatto, un giorno, tornarci a vivere: anzi! Per ora, però, il mio lavoro è a Parigi.  In realtà ho un progetto, proprio in questi giorni, che potrebbe riavvicinarmi inaspettatamente alle mie radici. Ma ovviamente non lo faccio per quello. Sono uno dei candidati alla Camera dei Deputati alle elezioni politiche 2018, per gli italiani all’estero. Dovessi essere eletto, il mio impegno al servizio dei cittadini mi riporterà per qualche anno di nuovo vicino casa”.

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