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Rubriche – CIOCIARI NEL MONDO: la famiglia Perciballi da Ripi al Brasile

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 La Storia di Silvano Perciballi, ciociaro di seconda generazione a San Paolo
di Stefania del Monte

 Famiglia Perciballi

Non ducor, duco, (dal latino: “Non mi faccio condurre, conduco”) è il motto della città di San Paolo e non ci rimane difficile crederlo, se si pensa che con i suoi 11 milioni di abitanti (che arrivano a 20 milioni se si tiene in considerazione la regione metropolitana) è la città più popolosa del Brasile, nonché la terza area metropolitana al mondo.

Parque_da_Agua_Branca,Sao_Paulo,Brasil_12Così come la vicina Argentina, anche il Brasile è stato raggiunto dal flusso migratorio che, tra il 1870 ed il 1960, dall’Italia e dalla Ciociaria si diresse in tutto il mondo. Dai quei migranti si stima che discendano, oggi, oltre 30 milioni di italo-brasiliani (più o meno il 15% della popolazione), concentrati soprattutto nel Sud e Sud-Est del Paese.

Il contributo degli italiani è notevole in tutti i settori della società brasiliana, in particolare in quello socio-economico; lo stile di vita è profondamente cattolico e le loro influenze si avvertono soprattutto nel campo artistico, nella musica, nell’architettura, nell’alimentazione e nello spirito imprenditoriale. In ambito agricolo, invece, il contributo ha riguardato principalmente l’introduzione di nuove tecniche agricole e la divisione del latifondo in piccole proprietà agricole, con una conseguente introduzione della policoltura. In uno dei nostri viaggi virtuali intorno al mondo, abbiamo incontrato Silvano Perciballi, 55 anni, italo-brasiliano di seconda generazione e residente a San Paolo. Questa è la sua storia:

Fotos-3<<Mio padre Mario è originario di Ripi. Dopo la guerra, a causa della recessione economica, la famiglia decise di mandarlo in America per aumentare il reddito familiare. Al suo arrivo in Brasile alcuni amici, che già vivevano qui, lo accolsero e, tutti insieme, andarono a vivere in una casa di São Caetano do Sul, nei pressi di San Paolo. La famiglia Matarazzo, italiana, possedeva una fabbrica di carta e cartone nella zona e mio padre ottenne subito un lavoro lì. Avendo una buona preparazione scolastica ed il vantaggio di parlare italiano, fu assegnato al reparto chimico della compagnia. Mia madre viveva nello stesso quartiere e così si conobbero. Si sposarono poco tempo dopo ed ebbero tre figli: Elina, Silvano (il sottoscritto) e Silvio. Mio padre ha vissuto a São Caetano fino alla sua morte, avvenuta nel maggio 2015, all’età di 82 anni. Per fortuna, nel 1982, è riuscito a tornare in visita in Italia ed ha potuto riabbracciare le sue sorelle, Assunta e Marianina, e suo fratello Luigi. Io, quindi, sono il secondogenito. Nato nel dicembre del 1961, ho avuto l’opportunità di studiare e laurearmi in Economia e Commercio ma, in realtà, ho sempre lavorato nel campo informatico, occupandomi sia di hardware che di software. Mi sono sposato nel 1995 ed anche mia moglie condivide la mia passione per l’informatica: infatti, è un’analista di sistemi! Durante il nostro viaggio di nozze abbiamo visitato l’ Europa e, con l’occasione, ne abbiamo approfittato per incontrare i nostri parenti in Ciociaria, oltre che in Spagna e in Portogallo. È stato un viaggio meraviglioso ed è stato davvero molto bello ritrovare, nei miei cugini di Ripi, gli stessi tratti familiari dei miei cari, nati e cresciuti a migliaia di chilometri di distanza, in un altro continente, ma uniti dallo stesso sangue. Mia sorella maggiore Elina, che ora ha 58 anni, è sposata ed ha una bellissima figlia, Giorgia, di 19 anni. Mio fratello minore Silvio, invece, è sposato e non ha figli, così come me. Forse proprio per questo è stato così bello riscoprire le nostre radici italiane. Durante il mio viaggioFotos-1 in Ciociaria ho potuto apprezzare, nei miei cugini, qualità che nella mia vita apprezzo molto, come l’onestà, la sincerità, la capacità di lavorare duro, una bella personalità e la gioia di vivere. A Ripi ho una zia e molti cugini. Anche mio fratello e sua moglie sono stati a trovarli, nel 2015 e per fortuna, oggi, ci sono i social network come Facebook, WhatsApp e Skype, che ci aiutano a mantenere contatti regolari. Il Brasile è un paese giovane, che ha ancora molto da imparare. La corruzione, la disonestà, l’inganno, la mancanza di rispetto della legge, sono cose che mi preoccupano molto. Ma ci sono anche molte cose buone, come la gioia di vivere del popolo  brasiliano, la solidarietà, il rispetto per la natura, la possibilità di fare affari. Tanti di questi problemi, purtroppo, sono di natura politica e ricadono inevitabilmente sull’economia del paese. Recentemente sono stato in Florida, negli Stati Uniti, e sono rimasto stupito dalla pulizia, l’organizzazione e la sicurezza che ho trovato lì. Anche l’Italia mi sembra un posto meraviglioso per vivere, ma ho dei dubbi sulle opportunità economiche che può offrire in questo momento. Se le cose in futuro cambieranno, chissà, magari potremmo anche pensare di trasferirci a vivere lì>>.

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