Agli automobilisti di Cremona non va poi così male: sei mesi senza telelaser e autovelox. Motivo: manca ancora l’individuazione dell’ente certificatore che effettui verifiche e tarature sugli apparecchi che accertano i limiti di velocità. Occhi elettronici nel limbo, si potrebbe dire. E chissà ancora per quanto, dipende dal ministero delle Infrastrutture. Tutto parte dalla sentenza della Consulta (dello corso giugno) che impone l’obbligo di verifica di tutti gli apparecchi. Peccato che chi debba fare questa verifica non sia stato ancora scelto dalle autorità centrali. L’apparecchio fermo ai box in uso alla polizia municipale è un autovelox mobile; la Polstrada non può servirsi invece di due telelaser. Ad oggi, quindi, la municipale può utilizzare solo una postazione fissa e tra pochi giorni anche un telelaser; la polizia stradale gli autovelox, in quanto dispongono del certificato di taratura fino al prossimo giugno. Poi si vedrà.
“Non appena lo faremo tarare l’autovelox tornerà ‘in servizio’ – dice a ilfattoquotidiano.it il comandante della polizia municipale di Cremona Pierluigi Sforza -. Non possiamo che attenerci alla sentenza della Corte. Tra l’altro una circolare del ministero pare dia la possibilità ai Comuni di fare in proprio le revisioni. Ma la stiamo ancora studiando”. Insomma il ritardo è dovuto al ministero che non ha ancora scelto l’ente certificatore. L’aver ‘messo a riposo’ gli autovelox, da parte di polizia locale e Stradale, è dovuto al fatto che si vuole evitare una sovrabbondanza di ricorsi, con le associazioni mobilitate su questo versante ormai da mesi. Vanno valutate, fanno sapere le forze dell’ordine, anche le possibili contestazioni di danno erariale per i costi delle notifiche delle sanzioni.
Il pronunciamento della Consulta è chiarissimo e parla di “obsolescenza” e “deterioramento”, quando sostiene che tutti gli strumenti di misura devono essere tarati e controllati periodicamente proprio perché soggetti a deteriorarsi. La pronuncia della Consulta, tuttavia, ha sortito un altro effetto: ora i Comuni sono costretti ad allegare ai verbali per multe da autovelox mobili o telelaser l’attestazione riportante la data dell’ultima taratura degli apparecchi, pena l’impugnazione delle sanzioni elevate. Il caso che ha dato il via all’iter giudiziario culminato con la sentenza della Corte riguardava un caso di errore pari a 15 chilometri orari.
Ogni anno, in Italia, oltre 170 laboratori rilasciano circa 100mila certificati in tutti i settori. Per le misurazioni delle velocità ci sono però solo 3 laboratori, che a loro volta devono essere certificati da Accredia, ente unico nazionale di designazione governativa. E bene sottolineare che le forze dell’ordine non sono state con le mani in mano, come si dice, in questi mesi. Controlli e contestazioni non sono mancate, soprattutto grazie all’utilizzo – da parte della municipale – del Targa 193, l’occhio elettronico che legge appunto le targhe e scova, in tempo reale, le eventuali irregolarità rispetto alla revisione e alla copertura assicurativa.
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