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Candidati @ Confronto 1°: Antonello Iannarilli e la sua visione dello sviluppo della città

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Primo quesito: Quale futuro e quale vocazione per la città? Idee e programmi per lo sviluppo urbanistico e produttivo del territorio.
Antonello Iannarilli, candidato a Sindaco per Forza Italia, Forza Alatri, Rialzati Alatri, Alatri nel Cuore, Iannarilli Sindaco, Movimento Sociale Italico, Noi con Salvini

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Antonello Iannarilli candidato a Sindaco di Alatri (1)Il tema della pianificazione del territorio, sia essa urbanistica, che edilizia, ambientale o di riuso dei suoli, costituisce un elemento cardine delle politiche di sviluppo e di crescita della città di Alatri. Gli interventi di pianificazione urbana hanno, infatti, l’effetto di introdurre quelle modifiche in grado di creare le condizioni per un progetto civile, sociale ed economico del territorio, nonché quello di stimolare la crescita dell’occupazione.

Alatri è dotata però, di un Piano regolatore generale approvato nel1971, corredato dalle sole norme tecniche di attuazione; è un piano che nel tempo non è stato adeguato ai rilevanti mutamenti della società. Tale strumento, rispondente alle esigenze degli anni ‘70, è risultato, nel prosieguo, sempre più rigido e di ostacolo alla soddisfazione delle mutate esigenze sociali ed economiche, ed alla libera iniziativa economica. Si è sviluppato, quindi, un diffuso abusivismo, che ha condotto alla presentazione, in relazione ai 3condoni edilizi del 1985, 1994 e 2003, di oltre 7000 istanze di sanatoria.

Ad oggi, la procedura di istruttoria e la definizione di tali istanze, deve essere ancora ultimata per oltre 2000 pratiche, di cui moltissime ricadenti in zona vincolata. In merito a queste ultime, la normativa è diventata sempre più restrittiva, e non consente ai cittadini di ottenere il parere favorevole necessario per il ritiro della concessione in sanatoria. Molte altre sono le criticità presenti nel sistema pianificatorio dell’attuale PRG di Alatri, tutte di notevole rilevanza e che perdurano da decenni.

Solo nella legalità ed in stretto accordo con la Regione Lazio, cui sono attribuite le funzioni di controllo dell’uso del territorio, si avranno soluzioni che consentano il recupero del patrimonio edilizio esistente ed uno sviluppo organico del tessuto urbano. Chi governa la città di Alatri, non può sottrarsi al proprio ruolo. Le occasioni di adeguamento ed aggiornamento del Piano Regolatore, sono state molteplici ma tutte disattese. La volontà di operare sul territorio in assenza di regole, non è però casuale: creano confusione e ambiguità a vantaggio di alcuni, del clientelismo e a discapito della collettività. Tutto ciò rispecchia una visione che non ci appartiene.

Accade, quindi, che i cittadini vivano, oramai, da anni, in una situazione di drammatica insicurezza, con il continuo timore di dover demolire la propria abitazione a causa di una ingiustificata ed ingiustificabile assenza di guida politica della città o colpevole inerzia da parte delle Amministrazioni nella adozione di adeguati strumenti urbanistici. L’abusivismo ad Alatri è nato, infatti, come risposta al problema della casa. Il forte aumento della popolazione ha comportato, come naturale conseguenza, un aumento della domanda di abitazione, ma il Comune non è stato in grado e non ha voluto rispondere adeguatamente a questo processo. Negli ultimi due decenni sono state approvate solo varianti puntuali, in molti casi interventi iniziati e mai completati, senza tenere in considerazione lo sviluppo disomogeneo che hanno provocato sul territorio. Nel frattempo è intervenuto un Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, adottato con DGR n. 556/ 2007 ed in fase di approvazione definitiva da parte del Consiglio Regionale(pubblicata sul B.U.R.L. n. 29 del 12/04/2016 la notizia di presentazione di proposta di deliberazione consiliare n. 60 del 10 marzo 2016 per l’approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale ai sensi degli articoli 21, 22 e 23 della legge regionale 6 luglio 1998 n. 24),che ha reso ancora più complessa l’operazione di recupero urbanistico per la vastità di vincoli cui l’intero territorio è stato sottoposto.

Il PTPR ha di fatto disciplinato l’uso del territorio per la sua quasi totalità, ed il Comune, nel termine di due anni, dovrebbe recepire nel Piano regolatore gli innumerevoli vincoli che sono stati apposti. Tale Piano regionale riporta tra l’altro, in tutte le tavole, in maniera riduttiva, gli attuali insediamenti urbani e gli insediamenti in evoluzione, basandosi su una cartografia non aggiornata. Il Piano, infatti, è stato redatto sulla Carta Tecnica Regionale del 1990, nella quale però non sono riportate le sagome delle migliaia di fabbricati abusivi costruiti successivamente ed oggetto di condono nel 1994 e nel 2003. Il PTPR, inoltre, ha classificato e destina circa il 70% del territorio comunale, all’agricoltura ed alla conservazione di boschi e corsi d’acqua, compromettendo così la possibilità di avere una pianificazione che garantisca certezza, equità e stesse opportunità a tutti i cittadini, e che sia rispondente al tessuto urbano che dovrebbe salvaguardare ed allo stesso tempo sviluppare.

È giunto il momento di guardare in faccia i problemi senza più ipocrisie e slogan vuoti.

Con coraggio ed autorevolezza, dobbiamo confrontarci con la Regione ed avere la capacità di far valere le nostre ragioni, senza commettere gli errori del passato. Tenendo ben presente quanto già previsto nel D.P.R. 380/2001 ed ancor più nella Legge Regionale15/2008 in merito alle procedure che esse impongono di attuare per la repressione degli abusi edilizi. Fingere ed ancor peggio, far credere, che mantenendo immutata  l’attuale situazione, nessuno procederà alla acquisizione o demolizione della propria casa, porterà alla deriva e al disastro sociale ed economico di molti cittadini. Ne è dimostrazione il Protocollo di intesa tra il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone ed il Sindaco del Comune di Alatri, sottoscritto in data 6 maggio 2015, con cui lo stesso Sindaco si è impegnato ad emanare provvedimenti di ingiunzione a demolire nei confronti dei proprietari responsabili di abusi edilizi, e di procedere, in caso di non ottemperanza, alla demolizione degli immobili, con l’addebito delle spese sostenute ai responsabili dell’abuso.

Con tale Protocollo si è ammesso che la situazione sta ormai precipitando. Nessuna iniziativa è stata adottata dall’Amministrazione comunale ne si è attivata, negli anni, per limitare i gravi danni sia per la collettività che per il Comune.

L’Amministrazione, in via preliminare, avrebbe potuto e dovuto definire le oltre 2000 istanze di sanatoria edilizia inevase, per riscontrare se potevano essere accolte favorevolmente. Tutto ciò anche allo scopo di ridurre, come evidenziato dalla stessa Procura, ipotesi di contenzioso connesse alla pendenza delle procedure. Inoltre, con il coinvolgimento dei professionisti esterni, con riunioni e tavoli tecnici, si sarebbe potuto velocizzare il procedimento amministrativo con modelli ed elaborati preimpostati che avrebbero portato sicuramente ad una riduzione dei costi per i cittadini.

Dobbiamo a questo punto cambiare passo con urgenza, decisione econcretezza; mettendo al centro dell’attenzione le persone edoperando solo per la loro tutela. Dobbiamo ricercare e costruire un’alternativa al disastro provocato da anni di noncuranza ed indifferenza. Dobbiamo avere alcontempo la capacità di rimettere in fila tutto ciò che fino ad ogginon ha funzionato e, con i piedi saldamente per terra, confrontarci con la Regione, riattivando rapporti istituzionali, sino ad oggiinesistenti, nell’interesse dell’intera popolazione e non di pochi cittadini. Confronto che, però, deve essere richiesto quando si hanno in mano carte, documenti, tavole grafiche, rilevazioni tecniche e rappresentazioni reali del tessuto urbano, dell’intero territorio comunale ecc ecc. Lavoro impressionante che potrà essererealizzato solo con professionalità, preparazione e rigore moraledelle strutture tecniche del Comune di Alatri e solo se si hal’umiltà di lavorare insieme, facendo gioco di squadra in Giunta ed in Consiglio comunale, con il coinvolgimento di tutte le figure professionali presenti sul territorio comunale. L’arroganza, nonché la presunzione di essere i depositari di soluzioni strategiche, mai descritte, né tanto meno attuate, hanno condotto Alatri ad un vero e proprio tracollo.

Solo dando dimostrazione di capacità progettuale, di sincerità e professionalità, esercitando con correttezza il ruolo politico dirappresentanza di una comunità importante come quella di Alatririusciremo a costruire un futuro per l’intero territorio comunale. Sarà, inoltre, mio impegno convocare i Sindaci di tutta la RegioneLazio che hanno, di fatto, gli stessi problemi, e proporre ai variOrgani di competenza, modifiche che possano risolvere varieproblematiche, come già ha fatto qualche Regione.

Ci avvarremo dell’ausilio di professionisti, così da richiedere modifiche al Piano Casa della Regione Lazio, inserendo norme in grado di sanare piccoli abusi di necessità, che rientrano nellapercentuale prevista di ampliamento, norme che prevedano ilcambio di destinazione di uso di tante costruzioni agricoledivenute nei fatti civili abitazioni. Apriremo un approfondimento sulle eventuali acquisizioni eseguite o da eseguire, al fine di non demolire il patrimonio abitativo, creando un’altra emergenza,distinguendo l’uso privato da quello speculativo.

Per lo sviluppo della nostra città è necessario infatti valorizzare, con vari strumenti, la piana di Tecchiena, territorio a confine con il capoluogo ciociaro con caratteristiche di sviluppo importanti, sia per zone artigianali, industriali e commerciali, sia per nuovi insediamenti abitativi“.

Antonello Iannarilli

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