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Alatri – Tramonta il sogno dei 30 mila abitanti

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Dopo anni di sviluppo ed incremento la popolazione residente scende sotto la soglia dei 29 mila; il calo probabilmente è legato anche al minore apporto di stranieri.

Si discuteva da anni del fatto che Alatri stesse per raggiungere la soglia di 30 mila cittadini residenti, avendo superato quota 29 mila costantemente e progressivamente negli ultimi 3-4 anni. Ora la doccia gelata con le nuove stime che vedono la discesa sotto la cifra di 29 mila. Pur mantenendosi la terza città della provincia, il segnale non è dei più incoraggianti, da un lato per il tradizionale ed ormai assodato calo delle nascite; secondo per le eventuali ricadute economiche ed amministrative che la soglia dei 30 mila abitanti porta con se. A ben guardare, però, la situazione non sembrerebbe influenzata da fattori interni quanto più ad un cessato o ad un minore apporto da parte delle comunità di stranieri che per almeno un decennio hanno rimpinguato le liste dei residenti in città, in particolare Romeni, Albanesi e Magrebini. La crisi si è fatta sentire e si è affievolito il richiamo della prosperità che una volta spingeva molti ad emigrare verso l’Italia per motivi economici, per raggiungere familiari ormai radicati nel territorio ospite. Molti di essi tra l’altro. sono addirittura tornati ai Paesi di origine perché i sacrifici di stare lontani da casa e famiglie senza un ritorno economico non sono più sostenibili. Certo c’è anche chi vede il lato politico della vicenda, adducendo spiegazioni che portano con se critiche alla gestione della città. Tra questi, ad esempio, l’ex consigliere comunale Maurizio Cianfrocca che ha diffuso una lunga nota nella quale individua, oltre ad elementi come quelli appena citati, anche alcune responsabilità di chi amministra. “Non c’è bisogno di sottolineare- dichiara l’ex consigliere– come il dato è stato  influenzato nell’ultimo decennio dalla numerosa comunità romena che, contando fino a 2000 unità,  ha fatto lievitare il numero di residenti. La crisi economica degli ultimi anni purtroppo, non solo ha portato lontano da Alatri tanti di questi che, perso il lavoro, o sono tornati in patria o hanno cercato altre soluzioni, ma, ancora più preoccupante, ha costretto tanti giovani a trovare fortuna all’estero e qualche famiglia  ad emigrare al nord. Ma questo non può certo sorprendere perché  mi chiedo:  per quale motivo  una persona di fuori dovrebbe scegliere Alatri per risiederci?  Quali sono, se ci sono, le attrattive per convincere qualcuno a scegliere la nostra Città? … se non si interviene sulla valorizzazione del nostro patrimonio, sul convincimento che lo sfruttamento delle ricchezze archeologiche, storiche e paesaggistiche  é l’unico che potrebbe fare da volano alla nostra economia e alla creazione dei posti di lavoro allora fra un anno staremo qui a commentare un dato ancora  più negativo di quello attuale. E non bisogna nemmeno pensare di favorire ancora insediamenti urbanistici fine a se stessi e non funzionali alla crescita della città dove oggi sono molti gli immobili che portano la scritta “vendesi” o ” affittasi” . Del resto – conclude– non bisogna essere soddisfatti e contenti di riempire la piazza solo dieci serate all’anno, ma bisogna creare i presupposti per fare di Alatri una città viva, frizzante e in continuo movimento”.

 

A.T.