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Una fonte interna direttamente coinvolta nel processo di rilocalizzazione chiarisce i termini della vicenda che sta scatenando polemiche elettorali e preoccupazioni.
Dato il diffondersi di allarmi, veri solo in parte, che riguardano la grande azienda internazionale di componentistica Omron con sede in località Chiappitto ad Alatri, una delle ultime, forse la sola, grande realtà produttiva ancora esistente sul territorio, abbiamo deciso di tagliare la testa al toro, come nostra abitudine, attingendo alla fonte per capire come stanno le cose. Siamo riusciti ad avere un veloce scambio con il responsabile del progetto di rilocalizzazione, che preferisce non esporsi in prima persona per questioni di riservatezza e di “opportunità” e ci ha dichiarato che al di là della normale dialettica politica in vista delle imminenti elezioni comunali, in questa fase la rilocalizzazione dipende sostanzialmente da 2 fattori: 1. la trattativa con Bitron, l’azienda adiacente proprietaria dei locali che ospitano la Omron, per l’estensione del contratto di affitto (in scadenza a fine anno); 2. Eventuali tempi a disposizione e i relativi costi dell’operazione che saranno alla base della decisione di restare ad Alatri o spostarsi nelle immediate vicinanze. Anche se sono poche parole, chiariscono da un lato il non interesse dell’azienda nell’entrare in una eventuale polemica locale ; dall’altro la volontà unica e indiscutibile di continuare a lavorare in una condizione logistica e organizzativa ottimale, anche in funzione di eventuali investimenti futuri di cui, al momento, non si sa nulla e vige il più stretto riserbo. Comunque sia, è innegabile che l’eventualità di un trasferimento sarebbe l’ultima sconfitta del territorio che perde pezzi istituzionali e privati da ormai qualche anno. Perché invece di addossarsi responsabilità non ci si domanda come mai la terza città della provincia non ha ancora uno strumento urbanistico adeguato, fermo agli anni 70, che in casi come questi potrebbe fornire la soluzione? Ai posteri l’ardua sentenza.
Andrea Tagliaferri
Non di testa di polemica elettorale, ma di preoccupazione vera che viene confermata dal dirigente interpellato. Sulla necessità dello strumento urbanistico ho scritto un paio di settimane fa suscitando le reazioni dell’assessore preposto. Una soluzione, comunque, è possibile anche attingendo alla più recente normativa di aiuto alle attività produttive. Se il problema lo si affronta seriamente lo si risolve.
Il dirigente conferma quello che ho scritto ieri sul bloghttp://discorsoincomune.com/2016/02/19/lomron-sul-piede-di-partenza-il-comune-che-fa/, non per polemica elettorale ma per preoccupazione sul futuro di un’azienda importante del nostro territorio. Sono d’accordo sulla mancanza dello strumento urbanistico, di cui ho detto qualche settimana fa attirandomi le polemiche dell’assessore al ramo. E, in ogni caso, il problema Omron si può risolvere anche attingendo alla normativa più recente di sostegno all’attività produttiva. Considero positivo, infine, che il dibattito pre elettorale affronti i nodo veri e concreti dello sviluppo della città e della tutela del suo apparato produttivo, invece di perdersi nella gara dell’insulto e della superficialità.
si parla di “normale dialettica politica”… sono i giornali che cavalcano subito la notizia trasformandola… vizio italico.
In provincia di Frosinone è pieno di capannoni sfitti e di terreni atti alla collocazione di siti industriali . La verità quindi non è questa .