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Arpino – Non chiamatelo più bullismo, è violenza scolastica

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Nella tavola rotonda sul bullismo, organizzata dall’Istituto comprensivo “Marco Tullio Cicerone” di Arpino, gli allarmanti dati del monitoraggio effettuato da CONSCOM su un campione stratificato di studenti

arpino-evento-bullismo-_-il-pubblicoCoinvolto attraverso un questionario on line elaborato e veicolato nei precedenti anni scolastici dall’Osservatorio Nazionale sulla Violenza scolastica, il campione indagato e stratificato per scuole di ordine e grado, ha messo in evidenza che su scala nazionale ogni novanta giorni vengono registrati 236 mila incidenti di cui il 3,2% riguarda fatti gravi, come aggressioni e reati contro le cose, che finiscono per essere denunciati alle autorità giudiziarie. A rendere leggibile ai numerosi genitori ed alunni presenti la griglia rilevata, è stato il Prof. Maurizio Lozzi, Sociologo e fondatore dell’Osservatorio che ha invitato tutti a “non chiamare più bullismo, quella che di fatto è purtroppo violenza scolastica, dato che, ad esempio, anche nelle scuole del nostro territorio il ricorso alle violenze verbali, con parole offensive e linguaggio deprecabile, incide per il 38,6%. Mentre forme di avvilimento favorite dal clima scolastico e generate a volte anche da adulti emergono per un buon 25%. Risse, botte e aggressioni si fermano ad un significativo 14,3% che, in una ipotetica graduatoria, è vicino all’11,9% legato ai furti e ai tentativi di furto. Le sostanze stupefacenti ed il loro consumo a scuola incide per il 3,8%, anche se si può affermare che nella rilevazione il dato viene da noi ritenuto falsato, visto che di fatto procurarsi droghe è fin troppo facile. La violenza scolastica vede protagonista persino il possesso di armi, non solo bianche, che incide per l’1,2% e purtroppo per le vittime di bullismo anche tentativi di suicidio per l’1,6%”. Una finestra pienamente aperta sui comportamenti delle nuove generazioni, nei confronti delle quali sono stati interessanti anche le raccomandazioni fornite dalle rappresentanti della Polizia di Stato, le Dott.sse Cristina Pagliarosi e Tiziana Belli, le quali si sono ampiamente soffermate sul cyberbullismo, invitando i genitori a vigilare sui figli, sulle loro frequentazioni sul web e, in modo particolare, sulla detenzione illegale di foto con compagni da poter magari far diventare vittime, non solo di bullismo, ma di ricatto. Lozzi ha poi raccomandato agli adulti presenti “di non manifestare indifferenza davanti a questi fenomeni, ma di  incontrarsi quotidianamente con i figli,  ricondurli a valori condivisibili di responsabilità e senso civico, con capacità di ascolto, rallentamento del ritmo delle relazioni e autorevolezza che, purtroppo, molti genitori o insegnanti che siano, confondono spesso con l’autorità”.

 

A.T.

fonte ConsCom

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