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Rubriche – Pillole di Sarcasmo contro il reflusso esistenziale

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di Paola Manchi

 

S’offre lo stress

Tra una notizia sul clima di tensione mondiale e l’altra sulla morsa del generale invernale, spunta l’ennesima classifica scacciapensieri, quella sui lavori più/meno stressanti. Ad illuminarci, come sempre è uno studio americano e, come sempre, noi ne facciamo tesoro. Fanalino di coda, è il caso di dirlo, è il tassista, che si ferma al decimo posto, di poco preceduto dal giornalista, nono. Il lavoro di presentatore, all’ottavo posto, risulta meno stressante di quello di dirigente di azienda, settimo, ma a questo punto ci chiediamo come possano resistere i presentatori di programmi giornalistici nominati dirigenti di reti televisive. Salendo in classifica, troviamo l’esperto in relazioni pubbliche e il coordinatore di eventi rispettivamente al sesto e quinto posto. Allo scopo di non compromettere la credibilità dello studio, tenuto conto che la Chaoqui non lavora in America, precisiamo, per quanti si stiano chiedendo cosa ci sia di stressante nel fare il PR, che i fattori di stress esaminati sono variabili come il numero di trasferte, l’esposizione al pubblico, le esigenze fisiche… roba da far conquistare la vetta a Messi e Madonna se non fosse per la voce “retribuzione annua”. La parte alta della classifica è, più comprensibilmente, occupata da poliziotto, pilota di linea, pompiere e militare, in ordine di citazione. All’opposto, tra i lavori meno stressanti troviamo il libraio, decimo, preceduto dal dietista nono, la cui calma professionale, probabilmente, è direttamente correlata allo stress indotto ai pazienti. A sorpresa spuntano professioni sanitarie come l’otorino, ottavo, il tecnico di laboratorio medico, sesto, il tecnico ospedaliero, quinto, l’ecografista, secondo, ma in America la sanità è privata. Più facile capire, invece, il buon piazzamento del gioielliere, statunitense, del parrucchiere e del professore universitario. Quanto al primo posto assegnato all’analista di sicurezza informatica, forse resta qualche riserva sul possibile effetto di fattori stressanti come Wikileaks o Anonymous. In nessuna classifica spunta il politico, ma del resto, il presupposto è che si tratti di lavoro.

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