A breve lo storico locale al bivio di Fumone cambia casa e porterà con sé decenni di ricordi
di Stefania Del Monte
Uno dei ricordi che conservo gelosamente, di quando ero bambina, è il bar di Bice – meglio conosciuta a Fumone e dintorni come Bicetta – una vecchina dal ciuffo bianco come la neve raccolto dietro la nuca e con un paio di ferri per lavorare la lana, sempre tra le mani.
Se arrivava qualche cliente e lei era impegnata a sferruzzare, il povero malcapitato doveva semplicemente attendere che terminasse.
Dritto, rovescio, dritto, rovescio… “Aspetta un attimo, nì!”, e continuava tranquilla a lavorare la sua mattonella di lana: una sciarpa, un berretto, un maglioncino, un paio di calzini per l’inverno… qualcosa da fare si trovava sempre.
Intanto i clienti, ormai abituati ai ritmi bizzarri dell’anziana signora, ne approfittavano per scambiare quattro chiacchiere: per “socializzare”, diremmo oggi…
Nel bar di Bicetta, al bivio di Fumone, ho trascorso gran parte della mia infanzia, dando filo da torcere a mio padre, tutti i giorni, per andare a comprare la Fiesta gigante: quella con le ciliegine candite che veniva venduta a fette, come la torta.
Con il passare degli anni, Bicetta e la Fiesta gigante andarono in pensione. Al loro posto, nell’ottobre 1982, arrivarono i fratelli Simone e Costantino Cecchetti con il Bar La Rocca e, poco dopo, il grande amore della mia adolescenza, che ogni pomeriggio incontravo lì per un gelato, prima di perderci nel tramonto con la sua Honda rossa fiammante.
Da allora, quel locale è stato testimone di tanti avvenimenti importanti della mia vita. Ogni tanto, curiosando tra i vecchi diari, rispolvero un ricordo o un momento vissuto tra quelle mura e di cui avevo perso memoria.
Un nuovo lavoro, una vittoria della mia squadra del cuore, un compleanno, un matrimonio, un battesimo, l’inizio – o la fine – di un amore, Natale, Pasqua, Capodanno: potrei continuare all’infinito!
Ogni occasione, bella o brutta, è perfetta per ritrovarsi e festeggiare con gli amici di sempre: Panta Rei, “tutto scorre”, diceva Eraclito, e al Bar La Rocca (dal 2013 Bar DaGiò) la vita trascorre veloce, navigando allegramente in un fiume di prosecco!
Da 38 anni prima Simone (“la roccia”: un vero professionista che preferisce di gran lunga i fatti alle parole) e sua moglie Tiziana (una delle persone più creative che abbia mai conosciuto), poi i figli Davide e Giorgia (due ragazzi che, decisamente, sanno il fatto loro), portano avanti con grinta e determinazione la loro attività, supportati da altri membri della famiglia tra i quali Costantino (una leggenda), Fulvia (una cuoca davvero eccezionale) e la dolcissima Flora.
Una realtà, quella del Bar DaGiò, che è ormai parte del DNA di noi fumonesi: qui i frequentatori abituali passano per consumare in fretta un caffè oppure per trascorrere tutto il tempo che possono rubare agli impegni giornalieri.
Incontri, scambi d’opinione, dibattiti, sfoghi, confidenze, pettegolezzi e battute a non finire davanti a un cappuccino, uno spritz, una birra o un grappino: attorno a questo micro universo gravitano, dalla mattina alla sera, personaggi non meno eccezionali dei titolari, come il mitico Ugo “La Conca” – conosciutissimo in Ciociaria e al quale i fan hanno dedicato anche un gruppo Facebook – Mariotto “Barzelletta” oppure gli Eroici, una comitiva di amici del posto che ogni anno, a Ferragosto, prepara l’ormai consueta minestra per tutti i clienti.
Il Bar DaGiò si sta preparando a cambiare casa: entro pochi giorni lascerà, infatti, la sua sede storica per trasferirsi qualche centinaio di metri più in là, sulla via provinciale per Alatri. Un trasloco che saluto con un pizzico di nostalgia, perché segna la fine di un’epoca e porta via con sé l’ombra della mia giovinezza.
Sono certa, però, che questo sarà l’inizio di una nuova, meravigliosa avventura per la famiglia del Bar DaGiò, a cominciare dal piccolo Edoardo, l’ultimo arrivato di casa Cecchetti.
Qui si ritroveranno i ragazzi del terzo millennio per parlare di sport e politica, economia e attualità. Insieme, condivideranno amicizia e passioni tra un bicchiere e uno spuntino. E le caldi notti d’estate torneranno a fare da cornice ai nuovi amori, sbocciati davanti a una tazza di caffè.
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