di Paola Manchi
Mentre infuriano i dibattiti sulla famiglia, esce lo studio che tutti i genitori aspettavano, con tanto di decalogo su come insegnare ai figli a collaborare a casa. La prima buona notizia è che si deve agire subito. Già a partire dai due anni non solo è legittimo, ma è anche raccomandato dai pediatri chiedere di mettere a posto i giocattoli, scegliere i vestiti da indossare, collaborare durante il bagnetto, apparecchiare e sparecchiare. Ovviamente, l’avvertenza è rendere la collaborazione divertente, anche se la formula portata come esempio “prima sistemiamo i giocattoli, poi la merenda” sembra piuttosto ricattatoria. Spingere i bambini a darsi da fare in casa serve a renderli autonomi, ne rafforza il carattere migliorando grinta ed autostima, con effetti positivi sui risultati scolastici, a patto di intervenire entro i 9 anni per consolidare comportamenti che sarebbe difficile insegnare a preadolescenti. Per ogni fascia di età ci sono compiti da perfezionare o inserire gradualmente. Mettere via i panni sporchi, separare la biancheria colorata, preparare piatti freddi, fare la differenziata, passare l’aspirapolvere, lavare i piatti, fare la lista della spesa. Tutto molto bello, ma quello che i ricercatori non dicono è cosa si rischia coinvolgendo i bambini in alcune semplici attività domestiche. Una mamma lo sa cosa significhi lasciar scegliere al proprio figlio di due anni cosa indossare, magari per andare all’asilo prima di andare al lavoro. Per non parlare del coinvolgerlo nel bagnetto, che espone l’intera casa al rischio di esondazione, con possibili ripercussioni sulla pace condominiale. Apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti può richiedere la preventiva sottoscrizione di un accordo di fornitura di stoviglie da mensa aziendale di una multinazionale. La collaborazione in cucina sarà pure ottima per i piccoli cuochi, ma mediamente la riuscita è da denuncia ai NAS e la pulizia successiva va classificata come intervento di manutenzione straordinaria. Quanto alla lista della spesa, anche un non genitore può immaginare gli effetti devastanti sul bilancio, sullo stato di salute e sulla pace familiare di una stesura a più mani. Insomma, anche a non voler notare come le foto usate nel decalogo ritraggano decisamente più bambine che bambini impegnati nei lavori domestici, viene voglia di ignorare i suggerimenti dei ricercatori, scegliere di allevare figure mitologiche metà adolescente/metà divano e lasciare ai futuri compagni dei nostri figli il compito di educarli alla collaborazione domestica, facendo leva su quella posizione di forza che accompagna un amore appena sbocciato.
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