Pillole di sarcasmo contro il reflusso esistenziale
a cura di Paola Manchi
La vita del parlamentare, si sa, è frenetica e piena di impegni. Tra commissioni, votazioni, lavori, un Pese da mandare avanti, il tempo vola e anche prendere qualcosa alla buvette diventa difficile. Capita così che, sbadatamente, qualche onorevole stakanovista dimentichi di onorare il debito generato da una consumazione e, scontrino dopo scontrino, alla fine, la società che gestisce il servizio bar si ritrova con un cospicuo ammanco da coprire e un problema di cerimoniale da affrontare. Lungi dal voler insinuare un diffuso atteggiamento da parlamentare europeo, più precisamente portoghese, per ovviare all’imbarazzo di dover distogliere, solo per un misero scontrino, i rappresentanti del Popolo da gravosi impegni, la società decide di imporre l’obbligo di pagare prima alla cassa per ottenere la consumazione. Niente di strano, per noi comuni mortali adusi a fare prima lo scontrino, obbligo che risulta persino comodo in casi come quello del gelato con bambini, difficile da pagare quando hai già in mano vari coni e scorte di salviette per uso, quasi sempre, postumo. Ma le cose cambiano se l’obbligo viene imposto ai parlamentari, vanificando il loro impegno personale nel ridurre la spesa. Vada per la Merkel, ma come osa un barista infamare le istituzioni nell’Olimpo della Buvette, dove l’uomo diventa onorevole e la richiesta di soldi una volgarità, che sfocia nel reato di oltraggio al potere in caso di premeditazione conclamata con richiesta preventiva. Certo, magari alcuni non ci fanno caso e semplicemente pagano, ma altri vedono nel tramezzino trattenuto un attacco alle istituzioni, nella macedonia negata al ministro un tentativo di golpe, mentre una nuova forma di lotta di classe si gioca tra diritto alla pizza salsiccia e cicoria sospeso e rivendicazioni di cornetti integrali alla marmellata di fragoline selvatiche. Ogni rivoluzione, si sa, vuole il suo leader, l’uomo simbolo da consacrare all’immortalità della Storia quello che nella Guerra dei cento scontrini affronta impavido il controllore al grido di “una bomba fritta non ci fermerà” o “Hasta la cicoria siempre”, con il coraggio di chi lotta perché “il lupi perde il pelo, ma non il tramezzino”. E se l’onorevole afferma minaccioso “io ho scontrino bianco”, noi tutti come un sol barista rispondiamo “e ci si pulisca il quorum!”
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