Torna più pungente che mai l’ironia sottile di Paola Manchi…con le sue Pillole di Sarcasmo contro il reflusso esistenziale
Classificazione ai fini della rimborsabilità
Il medicinale PRACTIL nelle confezioni sotto indicate è classificato come segue: confezione «0,15 mg + 0,03 mg compresse» 21 compresse; AIC n. 025253016 (in base 10), 0S2P4S (in base 32); classe di rimborsabilità C.
Nella GU Serie Generale n.174 del 27-7-2016 è stata pubblicata la DETERMINA 6 luglio 2016 – Riclassificazione del medicinale per uso umano «Practil», ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 887/2016) dell’Agenzia italiana del farmaco. Nella stessa GU sono pubblicate altre 3 determinazioni analoghe, diverse solo per il nome del farmaco riclassificato. Tutti i farmaci riclassificati sono anticoncezionali orali e il passaggio di classe, da A a C, semplicemente significa che da farmaci a carico dello Stato sono diventati farmaci a carico del cittadino. Ora, va bene i tagli alla spesa, ma qui la manovra più che finanziaria sembra sociale, quasi ideologica. Si potrebbe sperare che questo sia solo un modo studiato dal Governo per riprendersi i 500 € dati ai maggiorenni, il bonus cultura, utilizzabile anche per gli spettacoli cinematografici del resto… di qualunque genere. Certo, però, se metti in fila l’obiezione di coscienza contro l’aborto, il fertility day e poi i contraccettivi orali a pagamento allora come manovra successiva ti aspetti quella dell’ostetrica in sala parto. Ma se volete la donna, madre, moglie fedele e angelo del focolare, almeno usate i soldi risparmiati per i contraccettivi per garantire alle donne che poi non saranno uccise da uomini stanchi della famiglia, dei figli, della compagna troppo dedita alla cura dei figli e poco curata. Almeno, si può introdurre l’obbligo di commercializzare i reggiseni in confezioni con foto che evidenzino senza pietà gli effetti dell’allattamento, perizoma e tanga con immagini di donne passate dal latte materno alle forme “burrose”, calze autoreggenti con immagini di gambe segnate dalle vene varicose, un po’ come si fa con le sigarette, giusto per dare un’idea di cosa si rischia ad affrontare la maternità in Italia. Che poi, a pensarci bene, se il tasso di disoccupazione femminile per la classe 18 – 29 anni in Italia si aggira intorno al 30% con un tasso di inattività di circa il 55%, forse tanto vale che le ragazze non perdano troppo tempo a fare programmi per il futuro professionale, magari anche impegnandosi in un inutile e dispendioso corso di laurea che, fatto in età fertile, comporterebbe l’aggravio di spesa per la pillola, meglio darsi subito da fare per diventare madri nuove di nuovi italiani. Ora visto che, se non il divieto di vendita, comunque l’onerosità dell’acquisto dei contraccettivi c’è, se non la segnalazione dei medici che praticano l’aborto, comunque la possibilità di scegliere l’obiezione di coscienza c’è, gli ostacoli all’ingresso nel mercato del lavoro abbondano, a questo punto si potrebbe almeno reintrodurre la tassa sul celibato… così, giusto per ribadire che comunque per fare i figli naturali servono rappresentanti di entrambi i sessi?
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