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Ritratti …da dentro: Annarita Pelorossi

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Annarita è nata ad Alatri il 7 febbraio 1978, fisioterapista.

A renderci capaci di qualsiasi cosa non è la forza di cui disponiamo, ma l’intensità del nostro desiderio.

Inizio così la descrizione della mia prima Donna. La prima donna per tutti, perché si, Annarita è quella fonte di ispirazione che ogni ragazza dovrebbe avere, dovremmo desiderare tutti di essere “un Annarita ” se abbiamo ben in mente di distinguerci dalla massa.

Il problema non è diventare di più o di meno, è essere dissimile. Solo il desiderio con metodo, fede, coraggio, animo e amore possono darti la forza, la forza che ha lei.

Annarita è fisioterapista, comunemente descritta dai suoi pazienti come ‘dolce sollievo’, ebbene da ciò, capiamo chi è, capiamo perché!

Chi la circonda la ama, vendendo tutti come un trampolino di lancio, quel trampolino roseo d’ amore che la spinge a fare sempre meglio. La famiglia non è solo composta da suo marito e la splendida Anastasia, la famiglia per lei è Alatri!! Perché ha dedicato tutta la sua forza, tirando fuori le unghie e i denti quando tutti avevano tirato fuori solamente un finto coraggio, che non gli apparteneva!

Appunto perché la sua è una vera passione, quella che ha nel migliorare ciò che la circonda, la diligenza, l’umanità e la pazienza nell’imprimere al meglio quelle idee di salvezza che ha, chi vuole fermamente un paese migliore. La prima persona che ho conosciuto ad aver capito che ciascun uomo è un’isola, ontologicamente bisognosa di ponti, quel collegamento con gli altri che ha saputo donarmi dal primo giorno che l’ho incontrata.

C’ è una passione oggettiva delle cose che genera dolore, e c’è una passione soggettiva dell’anima che genera amore: si tratta di rimanere esposti, senza perdere la passione per la vita nel mondo.

Cara Annarita continua ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando il gregge, non ammettendo l’inutile dispersione, le cattive comunicazioni, il continuo menefreghismo, libera sempre il tuo IO trasmettendolo a chi ne ha bisogno.

Perché si possa pronunciare un armonioso noi, ogni singolo io deve modellare il ritmo e la melodia della sua musica interiore con quella degli altri. Solo a questa condizione si avrà una sinfonia, un insieme armonioso di suoni e non il rumore del conflitto sociale.

Eliminiamo la stima degli uomini in rapporto all’utilità, stimiamo la DONNA tendendo conto del suo vero e grande valore.

 

di Valeria Santucci

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