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Reportage – ‘Valle del Sacco, la natura nonostante tutto’ di Silvia Sarandrea

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Vi presentiamo il secondo dei reportages fotografici realizzati durante il corso di Fotogiornalismo curato da Maria Novella De Luca presso Teatro Studio di Frosinone e patrocinato da ilGazzettinoCiociaro.it

L’autrice, Silvia Sarandrea 48 enne di Alatri, ha descritto così il suo lavoro e la sua ricerca: <<Cercando idee su come affrontare l’argomento proposto per il reportage, ho pensato subito che non avrei voluto parlare di ciò che ormai riempie pagine di giornali da tempo, ovvero, la “schiuma” inquinata del Sacco. Ho cercato innanzi tutto di localizzare la Valle del Sacco: non mi ero mai chiesta qual è il percorso del fiume! Ho “scoperto” l’esistenza di quattro cascate, a Sgurgola, Patrica, Castro dei Volsci e Falvaterra. Mi sono chiesta se altri, come me, ne ignorassero l’esistenza e che forse, fotografarle, poteva essere interessante non solo per me. Sono andata a Sgurgola un pomeriggio con un cielo nuvoloso e che minacciava pioggia. Mi ha colpito il contrasto tra l’acqua tristemente famosa per l’inquinamento e la natura che, nonostante tutto, è rigogliosa. Ho trovato un piccolo salto d’acqua imbrigliato da uno sbarramento che alimenta una piccola centrale idroelettrica. Alla base del muro si forma un piccolo laghetto. Un’amica mi raccontava che quello, un tempo, era il “parco giochi” dei bambini di Sgurgola. Fino agli anni ’70 i bambini vi facevano il bagno e molti vi pescavano. Oggi sembra impossibile anche solo pensarci.

Il rumore dei treni ad alta velocità è stato il sottofondo che mi ha accompagnato oltre: un fulmine rosso o argento, seguito da una sorta di tuono leggero. La ferrovia corre a pochi metri dalla cascata: il leggero rumore dell’acqua è spesso coperto dal brusio del treno in transito. Poi all’improvviso un fischio: la sirena di una fabbrica annunciava l’uscita degli operai. Notavo nell’aria uno strano odore e subito dopo, dallo scolo al margine del laghetto, aumentava la portata dell’acqua reflua. E poi la schiuma. Nei giorni successivi ho visitato gli altri ambienti. Ho trovato la cascata di Patrica in piena area industriale; passo su quel ponte da molto tempo, ma mai avrei immaginato che ci fosse una così bella cascata! Il salto d’acqua è piccolo ma in un luogo molto suggestivo, immerso nel verde, ai piedi del “Castello” . Il fiume, in tutti i luoghi dove sono stata, scorre placido tra alberi e prati: ho pensato che sarebbe potuto diventare un bel tratto di parco fluviale se non fosse stato il Sacco. Ho immaginato percorsi pedonali e aree attrezzate per lo sport. Ho sognato campi coltivati.

Cemento, immondizia e puzza di ammoniaca però mi hanno sempre svegliato dal sogno>>.

<<La passione per la fotografia di Silvia- racconta Maria Novella De Luca– è cresciuta negli anni, con costante impegno e desiderio di imparare. Nel lavoro fatto insieme durante il corso questo è venuto fuori e soprattutto, in questo reportage, è riuscita a esprimere quell’entusiasmo che sempre l’accompagna quando esce a fotografare. Ha una gran voglia di imparare a raccontare con le immagini e questo è il primo passo per imparare a farlo bene>>

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