I Comitati “Possibile” si schierano per il “no” al referendum contro le Trivellazioni in mare previsto per il 17 aprile prossimo e di cui, stranamente, si sente parlare molto poco, nonostante l’importanza dell’argomento. Parte anche in provincia di Frosinone la mobilitazione che condurrà all’appuntamento referendario sulle trivellazioni in mare con il quesito che serve ad interrompere le trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa. Il Decreto cosiddetto “Sblocca Italia”, infatti, ha dichiarato strategiche le trivellazioni e tutto ciò ha fatto scatenare ambientalisti e associazioni che si battono per la salute. “La vittoria dei SI (con il raggiungimento del quorum del 50% + 1 richiesto dalla Costituzione)– dichiarano da Possibile- sarebbe un segnale politico chiaro di un Paese che chiede di invertire la rotta verso un sentiero basato su un progetto ecosostenibile capace di guardare alle energie pulite e rinnovabili in linea anche con gli assunti che vengono dalla strategie comunitaria ‘Europa 2020’ che non a caso parla di crescita intelligente e sostenibile e dalle conferenze internazionali sulle questioni ambientali. Un referendum che Renzi, il suo governo e la sua maggioranza di centrodestra hanno sabotato, mettendolo in un giorno diverso dalle amministrative e sprecando così 300 milioni di cui in questo momento ci sarebbe maledettamente bisogno. In un mondo dove non c’è più l’inverno e che produce energia con le maree, il vento, il sole,.. il governo Renzi se ne infischia dei danni ambientali per aree in cui la risorsa “mare” è spesso l’unico volano di sviluppo, assicurando vantaggi per pochi, il tutto a costo quasi zero considerando che una concessione per trivellare costa 2.000€. Su questo tema facciamo appello a tutte le forze storiche dell’ambientalismo nazionale che operano in provincia di Frosinone, ai cittadini, a tutti i partiti, e ai movimenti che vedono nella riconversione ecologica dell’economia una grande occasione di sviluppo per tutto il paese “.
“Nel 2016 – spiega Anna Lisa Corrado portavoce di Green Italia, la realtà ambientalista italiana che affianca Possibile nella campagna – dopo i risultati storici della COP21 a Parigi (che, ricordiamolo, ha sancito che le fonti fossili sono “dalla parte sbagliata della storia” e che vanno abbandonate al più presto), millantare una così morbosa dipendenza del proprio sistema energetico dalle fonti fossili è l’esatta misura della assoluta mancanza di visione e di strategia di chi è alla guida di questo Paese. Dire che non possiamo rinunciare – prosegue la Corrado – al petrolio dei nostri preziosissimi mari è essere fuori dalla storia. Le risorse di petrolio in Italia sono scarse, di scarsa qualità e contribuirebbero in maniera risibile, per un tempo limitatissimo, all’approvvigionamento energetico del nostro Paese (ammesso e NON concesso che le compagnie concessionarie decidessero di venderlo all’Italia, a cui resterebbero di sicuro solo royalties tra le più basse al mondo). Anche senza arrivare a pensare alle conseguenze di un eventuale incidente in un mare chiuso come il nostro, anche senza citare i dati che dimostrano chiaramente che il mare attorno alla piattaforme sia fortemente inquinato, e volendo restare sul piano puramente economico, occorre ricordare che quello delle trivellazioni in mare è un settore ad altissimi profitti e a bassissima capacità di creare posti di lavoro permanenti. Tutto il contrario della ‘democrazia energetica’ rappresentata dalle fonti rinnovabili, dall’efficienza energetica e, più in generale, dalla green Economy, capaci di diffondere benessere e sviluppo consolidato in tutte le fasi della filiera”.
Andrea Tagliaferri
Be First to Comment