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Editoriale – IAM, la guida non guida, “summa” della Ciociaria

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Poche volte, nella mia vita, ho avuto la pelle d’oca (quella vera) davanti a qualcosa che non fosse un’opera d’arte, un dramma umano, o qualcosa di paragonabile che giustifichi una reazione corporea del genere. La musica, quella si, mi genera spesso sensazioni fisiche improvvise e mi fa “drizzare i peli” come si suol dire. Stavolta, tuttavia, questa reazione primordiale, istintiva, spontanea, l’ho avuta prendendo tra le mani una “guida turistica”. Il senso di questo virgolettato lo capirete poco avanti quando spiegherò meglio questo oggetto misterioso.

Pochi giorni fa, più di qualche persona a me vicina o semplice conoscente, mi ha girato su Whatsapp e su Facebook, senza tante spiegazioni (anzi nessuna), una locandina di un evento che si sarebbe tenuto, di lì a qualche giorno, nella Capitale ma che aveva a che fare con la mia terra, la Ciociaria, per la quale ho combattuto e combatto da anni battaglie contro i mulini a vento di chi nega l’esistenza di questa “entità” culturale, sociale, storica…

Ho provato a chiedere informazioni, certo non in maniera molto incisiva, preso tra i miei mille e più impegni; ma come distrattamente e velocemente ho fatto io queste richieste, altrettanto velocemente sono state disattese. Così questo evento pubblico mi è passato di mente.

Oggi, entrando in un’ edicola di Frosinone per acquistare dei quotidiani ed un libro, sul bancone mi è andato l’occhio su una pubblicazione originale a livello estetico, con un formato diverso e una grafica molto accattivante; mi sono subito ricordato di aver già visto questa immagine nella locandina di cui sopra: era “IAM- L’anomala guida illustrata della Ciociaria” della IAM Edizioni.

Non ci ho pensato tre secondi e l’ho subito acquistata perché la curiosità mi divorava. Avevo già intuito, dalla locandina e dal titolo (anzi dal sottotitolo), che avrebbe catturato la mia attenzione e, sesto senso, anche affascinato. Così è stato e proverò a raccontarvi il perché, avvisandovi- però- che non si tratta di una recensione vera e propria, di un racconto “oggettivo” di questa pubblicazione, bensì di qualcosa di soggettivo, condito qua e là da considerazioni un po’ più professionali perché, comunque, di comunicazione mi occupo, da sempre.

Partiamo dal formato, verticale, “quasi” tascabile ma giusto compromesso tra usabilità e portabilità, in quanto di dimensioni abbastanza contenute ma non tanto da sacrificare i contenuti, anche grafici, che contiene. Poi la copertina, composta da due strati di carta e cartone sovrapposti, che la rende “importante”, a cavallo tra una guida e un vero e proprio libro e qui arriva la spiegazione sul virgolettato alla parola “guida turistica” che vi avevo annunciato a inizio intervento: come dice l’introduzione a cura di Alessandro Rossi, art director e autore, “questa IAM non è propriamente una guida, e neppure un libro. E’ entrambe le cose o forse un mezzo. Un contenitore fatto di carta e inchiostro, il cui nome è una dichiarazione di intenti”.

Dopo aver gustato la copertina, la scelta di tornare alla carta, la grafica moderna e accattivante, ho sfogliato la prima pagina, andando a curiosare tra i nomi e i ruoli di chi ha curato questa idea, stupito (egocentricamente) del fatto di non averne saputo nulla fino alla sua pubblicazione, ferito nell’orgoglio di chi si occupa di comunicazione da 20 anni, di giornalismo da 15, di un ex guida turistica del proprio paese, Alatri e, soprattutto, di Ciociaro nato e cresciuto qui, amante smodato delle proprie origini anche se pur sempre con uno sguardo critico e severo sulle nostre “brutture”.

Sfogliando la prima pagina, però, questa ferita si è acuita ancor di più perché tra i nomi dei “geni”, lasciatemelo dire, che hanno partorito tale idea e l’hanno trasformata in realtà, c’erano anche persone che conosco, alcune bene, dunque mi sono sentito anche “tradito” per non esserci “stato”. Dopo questi venti secondi di puro egocentrismo, però, l’illuminazione: proprio il non averne saputo nulla, l’effetto sorpresa, mi hanno permesso di reagire in quel modo quando l’ho vista e, ancor più, mentre la leggevo. Mi riferisco a quella pelle d’oca con cui ho aperto il mio racconto e che mi riconcilia con gli autori, grafici, collaboratori a vario titolo di questa opera che consiglio vivamente a tutti. E mi complimento, quindi, anche per aver saputo tenere segreta la nascita di questa opera anche a chi, magari per prossimità amicale o per professione, era probabile che ne venisse a sapere qualcosa. Niente, credo, in questo progetto, è stato fatto a caso. Studiato e elaborato da tante menti, molte giovanissime e molte Alatrensi (mi si permetta un po’ di sano campanilismo in un periodo in cui della mia città si è detto tutto il male del mondo), a cui va un plauso senza se e senza ma. E credo, anzi sono sicuro, che questa iniziativa ora uscirà dalla riservatezza iniziale e comincerà a collaborare con il territorio, perché ne deve essere un vero e proprio volano e farsi vedere in ogni dove.

Il valore di questa “guida” è, secondo il mio modesto parere, molto alto da più punti di vista; da quello del rilancio turistico della nostra terra, a quello storico-archivistico della sua narrazione, a quello di marketing territoriale e spero che qualcuno “lassù”, nei posti che contano (se poi davvero sono la politica e le istituzioni a contare) si accorga di questo ottimo lavoro che racchiude in se in poco più di 300 pagine, i 3.247 km di terra Ciociara che, va ricordato, non si esaurisce nei soli 91 km della provincia di Frosinone, ma storicamente e culturalmente (anche etnograficamente), arriva anche nella provincia di Latina, in quella di Roma, sfocia nella Marsica abruzzese e lambisce il casertano. Forse questo sarà il prossimo lavoro, la prossima sfida dei coraggiosi artefici di IAM!?

Per il resto potrei citare l’accuratezza delle ricostruzioni storiche, la precisione dei testi, la magnificenza delle fotografie, l’intelligente uso dell’ironia mista a tanta cultura, la facilità di utilizzo, la duplice lingua italiano-inglese, l’ottima capacità di fare rete, con il contributo di esercizi commerciali, ristoranti e strutture alberghiere, ma preferisco fermarmi perché altrimenti, invece di alimentare la vostra voglia di acquistarla, ve ne svelo (anti come direbbero i giovani oggi ve ne spoilerizzo) tutti i segreti.

Che aspettate? Correte in libreria e scrivetemi le vostre considerazioni.

 

Andrea Tagliaferri, Giornalista Difensore, tanto ma tanto ciociaro.

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