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GIUSEPPE CAPONERA DA FUMONE AD HAZLETON

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A cura di Stefania Del Monte

I nostri viaggi alla scoperta dei ciociari nel mondo ci riservano, ogni volta, delle piacevoli sorprese. In questa occasione ci siamo imbattuti in un legame davvero speciale, esistente ormai da decenni tra il nostro territorio e lo stato americano della Pennsylvania.

Oltre ad essere uno dei tredici stati originali degli Usa (entrò nell’Unione subito dopo il Delaware, il 12 dicembre 1787), la Pennsylvania è anche noto per essere lo Stato dei Quaccheri, dal cui leader, William Penn, prese il nome. La sua capitale è Harrisburg, ma la sua città più grande e famosa è Filadelfia.

Un esempio curioso della vicinanza tra la nostra terra e questo affascinante stato americano, è il rapporto tra il comune di Patrica e la città di Aliquippa, consolidato attraverso un gemellaggio sigillato nel dicembre 2015 ma risalente, in realtà, agli anni ’70, quando molti patricani emigrarono in Pennsylvania in cerca di lavoro, stabilendosi proprio ad Aliquippa e generando la nascita di una comunità, che divenne presto parte attiva nella vita sociale ed economica della città. Nonostante la distanza, questo gruppo di espatriati continua oggi a mantenere ed a valorizzare le tradizioni ciociare, attraverso un comitato che si occupa, tra l’altro, di organizzare i festeggiamenti per San Rocco, il Patrono di Patrica.

L’interesse per la cultura ciociara ha investito anche il mondo accademico. È il caso di Benjamin Finkel, studente dell’Università della Pennsylvania che ha condotto, nel 2014, uno studio sul dialetto ciociaro e sul suo complesso rapporto con le due potenze politiche che, nel corso dei secoli, hanno esercitato qui la propria egemonia: Roma e Napoli.  Come dichiarato dallo stesso Finkel, la ricerca aveva lo scopo di essere utilizzata come modello di studio per tutte le lingue del mondo che si trovano ad affrontare una situazione simile, dimostrandosi utile per “chiunque fosse interessato agli effetti a lungo termine di un territorio in conflitto, nonché al cambiamento dei confini nazionali”.

Tra i nostri conterranei emigrati in Pennsylvania c’è Giuseppe Caponera, nato a Fumone ed oggi residente ad Hazleton, una pittoresca cittadina strategicamente situata ad un paio d’ore di distanza sia da Filadelfia che da New York City. Questa è la sua storia:

Sono capo-reparto presso la Citterio USA di Freeland, il piu grande prosciuttificio del Nordamerica: un lavoro che mi rende davvero orgoglioso! Ho deciso di trasferirmi negli Stati Uniti dopo essermi innamorato di una ragazza italo-americana originaria del Cilento. L’avevo conosciuta tramite mia sorella, che viveva in America già da molti anni. Il matrimonio, in realtà, è durato poco, ma abbiamo avuto una bellissima bambina, Teresa, che oggi ha 11 anni. Con la mia ex moglie siamo comunque in buoni rapporti ed ora ho una nuova compagna. La nostra vita è semplice e si svolge tra casa e lavoro. Appena possiamo, però, ne approfittiamo per viaggiare e goderci le cose belle che la vita ci offre. Il primo scoglio da superare, quando mi sono trasferito, è stato sicuramente quello della lingua ma la cosa più difficile è, senza dubbio, la lontananza dalla famiglia e dagli amici d’infanzia, a cui sono profondamente legato. Bisogna sempre prepararsi alla lontananza, smettere di fare confronti e adattarsi al nuovo stile di vita, altrimenti solitudine e nostalgia possono finire per prevalere e non farci apprezzare quanto di positivo abbiamo intorno. La mia filosofia è che ad ogni rinuncia equivale una nuova conquista, quindi non dobbiamo mai perderci d’animo. La Ciociaria, ovviamente, mi manca molto. Fumone innanzitutto, visto che è il luogo in cui sono nato e quello in cui la mia anima sorride e sorriderà sempre: non svanisce il sogno di poter, un giorno, tornarci a vivere ma vedremo cosa ci riserverà la vita. Si sa dove si nasce, non si sa dove si muore, ma di sicuro so dove ho lasciato il cuore: a Fumone, l’Olimpo di Ciociaria”.

 

 

 

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