Pillole di sarcasmo contro il reflusso esistenziale… di Paola Manchi
“Cara Barbie, e così hai compiuto 60 anni, del resto c’eri già quando io giocavo con le bambole e di tempo ne è passato da allora. Certo, io sono cambiata, tu meno e senza fare ritocchi, del resto di plastica lo sei già tutta, un po’ come certe donne solo tu dalla nascita. Adesso che siamo diventate grandi, ci sono alcune cose che vorrei dirti, da donna a donna, senza peli sulla lingua… non sto a spiegarti cosa sono i peli che a te non li avrebbero inseriti neppure nella versione “Barbie femminista al corteo” con l’eskimo ma stretto a segnare il vitino di vespa, anzi di ape ma operaia, non regina. Non che fosse colpa tua, ma ti rendi conto di quanto hai segnato le nostre semplici esistenze di bambine e quindi donne della provincia italiana? In tempi in cui le nostre mamme mediamente non lavoravano o avevano il posto pubblico, facilmente a scuola, tu ricoprivi ogni tipo di ruolo dal veterinario, all’esploratore, passando per il pilota e tutto con il fisico da modella. Noi al massimo sognavano di fare le principesse come Cenerentola, che non risulta abbia mai lavorato una volta sposata, e tu riempivi gli scaffali della Standa con tutte le professioni che la tecnologia consentiva… che poi, io ti lasciavo nella scatola quando andavo a scuola e là ti ritrovavo, quindi se anche fossi andata al lavoro avevi un orario molto ridotto! Comunque va bene, era giusto proporci un modello di donna realizzata in ogni professione, ottimo come messaggio educativo, ma lo sport? Anche in quello non ti risparmiavi coprendo tutte le discipline olimpiche, estive ed invernali e tutto con abbigliamento e accessori eleganti e femminili. Io a quei tempi giocavo a pallavolo e avevamo tute informi e maglie unisex di taglia esagerata per noi ragazzine! Comunque, giusto promuovere lo sport, d’accordo, ma restando in tema di vestiti, con le tue giornate da donna in carriera, la villa multipiano con tanto di ascensore interno da pulire da sola, visto che Barbie casalinga con le pattine o Barbie colf non si è mai vista (ma forse ci pensava Ken anche se non si è mai capito in che rapporto foste e comunque non aveva l’aria di uno che fa il bucato e stende i panni), con la piscina, il camper, il cavallo, il cane tutto sulle tue spalle, il tempo e le forze per uscire in abito da sera e tacco 16 dove lo trovavi, che io la sera a malapena riesco a trascinarmi dalla sedia al divano con il pigiamone e anche guardare un film d’azione è troppo faticoso! Che poi, cara Barbie, le nostre mamme anche per andare al lavoro indossavano scarpe e vestiti comodi e a noi toccavano i calzettoni bucherellati sotto le gonne scozzesi, altro che completini attillati con accessori coordinati! Lasciatelo dire, Barbie, perché di sicuro non lo hai fatto apposta e magari neppure te ne sei resa conto, ma tu ci hai fatto capire che la società è divisa in classi e pure difficili da scalare. Quando ai nostri occhi di bambine sfuggivano certi status symbol e non capivamo il valore dei gioielli ostentati, di una macchina di lusso, di pellicce, borse e vestiti griffati, tu incarnavi anzi implasticavi l’unità di misura delle differenze patrimoniali, più efficace di un redditometro o di un controllo della Finanza. Magari della tua compagna di gioco non avevi mai notato l’attico con rifiniture in marmo e lampadari di cristallo, ma la collezione di Barbie superaccessoriate con casa, auto sportiva, camper, salone di bellezza, scuderia, vestiti per ogni attività… quella la notavi subito e non bastava Babbo Natale ad annullare il gap ludico-patrimoniale, che anzi cresceva in progressione geometrica ad ogni festività. Io avevo la Barbie base con costume olimpionico, incluso nel prezzo per decoro, e articolazioni fisse… per dire! Certo, con il compleanno è arrivato il raddoppio con la Barbie articolata, gambe e braccia pieghevoli, persino, ma “eco” che oggi farebbe figo, ma allora significava che per il cambio di vestiti si riciclava tutto dal tulle delle bomboniere per fare la ballerina al tubo di lana della “Maglieria magica” per gli outfit eleganti. Comunque auguri Barbie, insostituibile e poliedrica compagna di giochi di noi bambine ma anche dei bambini, con approccio più scientifico forse, ma questo è un altro discorso… certo in 60 anni ti hanno fatto fare di tutto, anche partorire o sperimentare la disabilità sulla sedia a rotelle, ma noi ancora aspettiamo fiduciose “Barbie donna normale” in versione “appena sveglia”, “niente da mettere”, “qualche chilo di troppo”, “un tipo” ma soprattutto “Barbie pensionata” e senza opzione donna!”… buona serata Paola
Be First to Comment